Tag: Movimento studentesco

Già nel corso del 1965 all’interno dell’università italiana si era registra una serie di mobilitazioni contro il disegno di legge 2314 di riforma dell’università. Il 1966 è segnato dall'uccisione, a Roma, dello studente Paolo Rossi ad opera di una squadraccia neofascista. Seguono giorni di poteste e occupazioni con la richiesta delle dimissioni del rettore.

Comunque, è nell’autunno 1967 che il Movimento esplode in quasi tutte le università, trascinato da una serie di cause scatenanti di portata locale, ma ispirato da comuni tensioni di carattere antiautoritario, anticapitalista e antimperialista. Viene messa in discussione non solo la natura classista dell'università, ma anche i condizionamenti imposti alla personalità degli studenti, indottrinati all'autoritarismo e preparanti a svolgere funzioni direttive nella società borghese.

Con il passare dei mesi, la mobilitazione non si attenua e si estende sia geograficamente sia per le dimensioni della critica, allargatasi all'intera società, vista come fondata, tanto nella vita privata quanto in quella pubblica, su autoritarismo, classismo e ingiustizia. Gli studenti si sforzano di creare una comunità nuova, che adotti regole, modelli e orizzonti culturali collettivi alternativi.

A partire dall’autunno 1968, la protesta si fa più sporadica, spesso legandosi a questioni più attinenti alle lotte operaie e relative al rapporto operai e studenti piuttosto che interne agli atenei. Di lì a breve, sarebbe arrivata la nascita dei gruppi extraparlamentari.

Nella primavera del 1968 cominciano a mobilitarsi anche gli studenti medi, con occupazioni, scioperi e manifestazioni. La loro ondata più significativa si avvia però solo da ottobre, quando entrano in sciopero centinaia di istituti in ogni parte del paese. Se molte rivendicazioni del movimento dei medi sono riprese dagli universitari, la richiesta che fa da collante alla lotta è quella del diritto di assemblea.

Il Movimento dei medi si sarebbe dimostrato molto più longevo dell’università. Per buona parte degli anni ’70, gli istituti superiori continueranno a scendere in lotta mentre sarà proprio all’interno di essi che le forze della Nuova Sinistra troveranno una delle maggiori riserve di militanti.

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