L’Istituto "Ubaldo Comandini” rimane relativamente passivo e scarsamente mobilitato per gran parte della parabola del ’68 cesenate, salvo attivarsi al termine della stessa e costituire il centro dell’ultima grande mobilitazione studentesca, per gran parte del mese di marzo 1969. Dal 4 al 6 marzo, infatti, la scuola viene occupata, con la richiesta di parificare gli istituti professionali alle scuole di altro ordine e grado, per quanto riguarda la possibilità di proseguire gli studi dopo il primo biennio. Sono poi richieste la modificazione dei programmi didattici e la riforma delle leggi sull’apprendistato. Terminata l’occupazione, gli studenti continuano a riunirsi in assemblea e a disertare le lezioni, mentre sviluppano un’azione volta a ottenere ascolto e attenzione per le proprie rivendicazioni sia fra le istituzioni sia nella cittadinanza. Da una parte una loro delegazione si reca prima in Municipio, dove i capigruppo dei partiti politici esprimono la loro solidarietà all’azione degli studenti, e poi dal Sottosegretario alla Pubblica Istruzione Biasini, dall’altra un paio di assemblee studentesche vengono allargate a docenti, preside e genitori. La lotta del “Comandini” è anche occasione per un ultimo grande sciopero di solidarietà di centinaia di studenti cesenati di vari istituti, l’11 marzo 1969.