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Nell’autunno del ’68, il Movimento studentesco giunge a conclusione nelle università, in parte anche per l’assenza di qualsiasi recepimento delle istanze della protesta da parte dell’autorità dello Stato.

Contemporaneamente, dal punto di vista teorico, si assiste al progressivo spostamento di attenzione dagli atenei alle fabbriche e alla classe operaia, considerata il naturale alleato nell’avvio di un processo rivoluzionario. Si diffonde inoltre la convinzione che la prematura fine del Maggio francese sia stata legata ad un eccesso di spontaneismo. Vengono così progressivamente rivalutate l’importanza di un’organizzazione stabile e le concezioni leniniste sulle avanguardie.

Nella primavera del 1969, molti gruppi studenteschi operano ormai stabilmente davanti ai cancelli delle fabbriche, ed in particolare alla FIAT, simbolo dell'industria italiana. L’azione di queste fasce del movimento ottiene un certo riscontro con la creazione di una Assemblea degli operai e degli studenti, al cui interno si sviluppa il concetto di “autonomia operaia”.

Nell’autunno del 1969, i gruppi studenteschi compiono il passaggio decisivo, formando delle vere e proprie formazioni organizzate, che vanno a costituire nel loro insieme la Nuova Sinistra italiana. Precursori, lungo questa strada, erano stati i gruppi marxisti-leninisti, sorti fin dalla prima metà degli anni sessanta richiamandosi al modello cinese e riunendo sia militanti fuoriusciti dal Pci in polemica con la destalinizzazione che studenti entusiasti del mito della Rivoluzione culturale. Fra i gruppi marxisti leninisti, caratterizzati da estremo settarismo e dogmatismo e da una visione totalizzante della militanza politica, vanno ricordati la Federazione marxista-leninista, il Partito Comunista d’Italia (marxista-leninista) e l’Unione dei Comunisti Italiani (marxisti-leninisti), quest’ultima nota anche come “Servire il Popolo”, titolo del periodico legato al gruppo.

Per quanto riguarda gli altri gruppi, dall’anima operaista del ’68 scaturisce, in diretta continuità con l’esperienza del Potere Operaio veneto-emiliano, Potere Operaio. In Lotta Continua confluiscono invece le esperienze pregresse del gruppo del Potere Operaio Pisano e il filone libertario rappresentato di una parte del movimento studentesco. Altre formazioni sono Avanguardia Operaia, che si richiama al trotzkismo e al leninismo e coagula alcuni settori del mondo studentesco e intellettuale ed esperienze di autorganizzazione operaia come i Comitati Unitari di Base e il Movimento Studentesco, forte soprattutto a Milano, all’Università statale. 
Dalle fila del Pci prende vita il gruppo de “Il Manifesto”. Esso riunisce una parte della sinistra interna al Partito comunista, i cui esponenti vengono radiati nell’ottobre 1969 dopo che, in crescente polemica con la dirigenza del partito, avevano dato vita all’omonimo periodico.      
Il gruppo de “Il Manifesto” si caratterizza da una parte per la riaffermazione, dopo le lotte operaie e studentesche, dell’attualità di una prospettiva rivoluzionaria in Occidente e dall’altra per un netto ripudio del modello sovietico, definito burocratico e autoritario.

Presi tutti insieme, i gruppi italiani costituiscono la più numerosa forza di Nuova Sinistra a livello europeo.


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