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Le testimonianze dei protagonisti

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Videointervista di Gianna Arvedi

Nel 1970 Gianna Arvedi è una studentessa universitaria e vive nel quartiere popolare “Gardella” di Piacenza.  Inizia a frequentare il gruppo di giovani animato da Don Luigi Baracchi, parroco di “Nostra Signora di Lourdes”, all’interno del quale si comincia a discutere di cristianesimo e problematiche sociali. Nell’estate del 1971 i ragazzi di quella che sarà ricordata come la “Comunità di base di Via Corneliana”, decidono di intraprendere un’esperienza di convivenza e condivisione, a stretto contatto con gli abitanti del quartiere e con le loro problematiche. E’ l’inizio di un percorso che li porterà a compiere indagini sociologiche sulle condizioni di vita del quartiere e ad avviare una “scuola popolare” serale per gli operai ed un sindacato autonomo degli abitanti delle case popolari. Nel Gennaio del 1972 i ragazzi di Via Corneliana mettono in scena “Gli struzzi di Dio”, ironico musical che canta le contraddizioni della Chiesa e delle gerarchie episcopali piacentine.

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Videointervista di Lucia Berardi

Nata a Bologna nel 1951, Lucia Berardi cresce in una famiglia di orientamento comunista, ma si pone ben presto in una posizione di dissenso verso il Pci anche a causa del modello espansionista e totalitario dell'Unione Sovietica. Aderisce giovanissima a Servire il popolo, quindi entra nel movimento studentesco bolognese. Frequenta il Liceo Minghetti e partecipa a volantinaggi davanti alle scuole e a manifestazioni contro la guerra nel Vietnam. Nel 1969 si iscrive all'Università di Bologna, vive in prima persona diversi episodi legati alla contestazione studentesca: occupazioni di facoltà, tafferugli tra studenti di destra e di sinistra e l'imposizione del voto collettivo ai docenti. Nel 1970 si avvicina alle tematiche femministe, ma due anni dopo interrompe l'attività politica militante per la nascita della figlia. Dal 1975 ospita in casa gruppi di autocoscienza femminista, fino ai traumatici eventi del marzo '77 a Bologna, che la portano a considerare chiusa la traiettoria del femminismo e del movimento studentesco. Già laureata in Scienze politiche, nel 1980 si iscrive a Psicologia avvertendo la necessità di impegnarsi verso il singolo, nella cura del piano personale. In seguito, coerentemente con tali premesse, intraprende la professione di psicologa.

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Videointervista di Omar Bonezzi

Tra il 1969 e il 1971 è una figura di riferimento del movimento studentesco modenese nelle scuole superiori. Come militante di Potere operaio, contribuisce alla formazione dei Collettivi studenteschi e segue le vicende del gruppo che si riunisce presso il Circolo Panzieri. Nel 1972 lascia Potere operaio e aderisce a Lotta Continua. Al termine degli studi, durante il servizio militare partecipa all’esperienza dei Proletari in divisa. Maestro di scuola elementare, nella seconda metà degli anni Settanta entra nel sindacato scuola CGIL. Continua la sua esperienza politica nel sindacato scuola prima come funzionario poi, negli anni Ottanta/Novanta, come segretario provinciale.

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Videointervista di Lola Bonora

Lola Bonora, è nata nel 1935 e inizia a recitare proprio nel 1968 nel teatro stabile di Bologna e poi nel cinema nei i primi film del giovane Pupi Avati, recitando in due tra i primissimi suoi lungometraggi: Balsamus l’uomo di Satana del 1970  e Thomas e gli indemoniati. Ha lavorato all’Assessorato alla cultura del Comune e della Provincia di Provincia di Ferrara. Quando sono nate le Regioni nel 1970 si trasferisce all’Assessorato Regionale rivestendo un ruolo fondamentale nel panorama culturale Emiliano-Romagnolo, in particolare su Ferrara.
É fra le prime collaboratrici del Palazzo dei Diamanti, fondatrice di Biennale Donna Ferrara, presidente del Jazz Club Di Ferrara

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Videointervista di Fabio Bruschi

Nasce a Viserbella di Rimini nel 1949, figlio di Idina Brunori, maestra elementare del Borgo San Giuliano, e di Bruschi Quarto, famiglia originaria di S.Vito, funzionario del Ministero dell’Agricoltura a Forlì. E’ il primo di cinque figli, di famiglia cattolica e democristiana. Frequenta il Liceo Classico ‘Giulio Cesare’, dove nel ‘67/’68 frequenta l’ultimo anno e sarà uno dei leader del movimento. Nel settembre ’64 entra in Gioventù Studentesca, colpito dalla comunicativa del Gius, don Giussani. Nel febbraio ’70 fonda il circolo del Manifesto. Dopo il referendum sul divorzio si iscrive al PCI, che lascia nel 1984. Dopo la laurea in filosofia presta il servizio militare nei Granatieri di Sardegna. Al ritorno diventa funzionario ARCI cultura e spettacolo, di cui ricopre poi la carica di segretario. Nel novembre 1980 è tra i soci fondatori dello ‘Slego’. Per molti anni è stato amministratore del Festival di Santarcangelo e direttore del Premio Riccione. Negli ultimi anni si è dedicato alla valorizzazione del dialetto romagnolo organizzando ‘La Guèra’ e ‘Lingue di confine’.

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Videointervista di Riccardo Caporali

Nato a Cesena nel 1952, frequenta il Liceo Classico cittadino e partecipa, appena sedicenne, al movimento studentesco del 1968. In seguito si iscrive alla Fgci e poi al PCI. Laureatosi in filosofia, insegna per alcuni anni alle scuole medie superiori. Consigliere comunale per il Partito comunista italiano a Cesena dal 1980 al 1995 a partire dall'anno accademico 2000/01 diviene docente presso l'Università di Bologna e, dal 2014, svolge l'incarico di professore ordinario di Filosofia morale nel medesimo ateneo.

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Videointervista di Nino Carnoli

Nato a Ravenna nel 1941, eredita dall’ambito famigliare la passione per la politica e  milita nelle file giovanili del Pci locale, uscendone nel 1968. Frequenta a Roma la Scuola di Statistica di Marcello Boldrini e si laurea poi a Bologna nel 1968, con una tesi sull’immigrazione operaia a Ravenna dei nuovi assunti all’Anic.

Dopo una viaggio a Parigi nell’estate del 1968 presso l’Académie des Beaux Arts si entusiasma per la tecnica della serigrafia che porterà l’anno successivo tra le pratiche insegnate all’Istituto Professionale “Albe Steiner” di Ravenna, dove nel frattempo ha trovato posto come docente di matematica. In questo nuovo istituto Iniasa (Istituto nazionale per l’istruzione e l’apprendimento del settore artigiano) creato dal Ministero del Lavoro ha modo di stimolare molti giovani allievi alla produzione di stampati di protesta che risulteranno il principale strumento di visibilità per il movimento studentesco locale.

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Videointervista di Gianpaolo Caselli

Nella seconda metà degli anni Sessanta è membro dell’associazione politico-culturale “Il Portico” nella quale si formano molti giovani che diventeranno protagonisti del movimento studentesco modenese. Collabora alla rivista “Note e rassegne”. Nel 1967 partecipa alla formazione dell’Assemblea degli universitari modenesi, nucleo originario del movimento studentesco a Modena, e tra il 1968 e il 1969 alle successive vicende del movimento. Nel 1968 è tra gli animatori dell’Assemblea dei gruppi spontanei per una nuova sinistra. E’ uno dei fondatori del gruppo modenese del “Manifesto”. Nella prima metà degli anni Settanta continua l’attività politica nel Pdup. Nel decennio successivo intraprende la carriera universitaria. Attualmente è professore associato di Politica economica all’Università di Modena e Reggio Emilia.

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Videointervista di Amedeo Ciccotti

Amedeo Cicotti, psichiatra, è nato a Bologna nel 1943. Dopo aver conseguito la laurea e la specializzazione presso l’Università felsinea, nel 1972 si trasferisce a Ferrara, chiamato da Antonio Slavich, amico e collega di Franco Basaglia, per intraprendere la battaglia per la riforma democratica della psichiatria anche nella città estense. Nel 1978 Cicotti diviene direttore del Centro di Salute Mentale di Ferrara. Oggi lavora ancora privatamente come medico psichiatra.

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Videointervista di Ildo Cigarini

Ildo Cigarini (1949, Reggio E.): Giovane leader della sinistra extraparlamentare e del movimento studentesco dell’Istituto Geometri, si iscrive poi al Pci e svolge attività sindacale nella Cgil. Nel 1975 è nella segreteria camerale, nel 1978 è nella segreteria della Fiom. Nel 1983 è nella segreteria provinciale del Pci. Laureato in scienze aziendali è stato responsabile dell’ufficio studi della CGIL fino al 1981, amministratore pubblico negli anni ottanta, dal 1986 è stato amministratore di un importante cooperativa agroindustriale e vice presidente del gruppo Grandi Salumifici Italiani fino al 2007. Presidente della Lega delle cooperative fino al 2011, è oggi amministratore nella Fondazione Manodori. Da alcuni anni ha approfondito la sua mai sopita passione poetica pubblicando cinque libri di poesie e un poemetto. Con la silloge “Varchi” è arrivato finalista al premio internazionale di poesia città di Marineo e ha ricevuto il premio della giuria popolare al premio internazionale di poesia “La locanda del Doge” (Rovigo).

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Videointervista di Massimo Farneti

Nato a Ravenna nel 1950 da due genitori che avevano partecipato alla Resistenza, si iscrive giovanissimo alla Fgci e frequenta il Liceo Scientifico, dove nel 1967 viene eletto rappresentante degli studenti nel Consiglio d’Istituto.
Nell’autunno del ‘68 manifesta apertamente con altri studenti contro i fatti di Valle Giulia e inizia a intrattenere rapporti con altre delegazioni di scuole ravennati occupate. Uscito dalla Fgci, mantiene però i rapporti fra il gruppo studentesco e i partiti locali di sinistra.
Iscritto alla Facoltà di Medicina a Bologna farà parte del collettivo studentesco di Facoltà per conto del Pci in cui è rientrato, fino alla laurea.
Tornato in Romagna ha lavorato presso gli Ospedali di Cesena e di Ravenna, svolgendo per un breve periodo anche l’incarico di Assessore alla Sanità tra il 1992 e il 1993.

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Videointervista di Tamer Favali

Tamer Favali (1947 Forlì) Di famiglia comunista, a  16 anni viene espulso da scuola per avere partecipato ad iniziative di protesta e comincia a lavorare in fabbrica, prima alla Becchi Zanussi e poi dal 1969 alla Orsi Mangelli SAOM-SIDAC, i due principali complessi industriali forlivesi. Entrato in contatto con Lotta Continua, per circa un anno ne è fra i più attivi militanti e guida alcune lotte alla Orsi-Mangelli. All'inizio del 1971 fuoriesce dall'organizzazione per divenire delegato di fabbrica dalla FILCTEM-CGIL di cui sarà segretario provinciale dal 1972 al 1973. Passato alla FIOM, fra il 1973 e il 1981 svolgerà la funzione di segretario prima provinciale poi regionale. Successivamente svolgerà le funzioni di segretario regionale della FILTEA-CGIL (1981-91), della Camera del Lavoro di Forlì (1991-2003) e dello SPI-CGIL di Piacenza (2010-14).

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Videointervista di Walter Ganapini

Walter Ganapini (1951, Reggio E.): Frequenta il Liceo Classico “Ariosto” di Reggio Emilia, dove è uno dei pochi figli di operai. L’incontro con Don Giuseppe Dossetti, partigiano e padre costituente, segna profondamente la sua vita. Cattolico, con l’accendersi delle proteste studentesche a Reggio Emilia, Ganapini diventa uno dei leader del movimento all’interno del Liceo Classico. Viene denunciato per “resistenza a pubblico ufficiale” quando alla polizia viene impedito l’ingresso ad una rappresentazione di “Mistero Buffo” di Dario Fo in un circolo privato Arci, evitando però la condanna. Dopo la fuoriuscita di Alberto Franceschini dal Pci, con cui Ganapini ha una accesa discussione, decide di iscriversi al Partito Comunista. Successivamente a Reggio ricoprire l’incarico istituzionale di Presidente del Consiglio di Quartiere della Rosta Nuova che lascia nel 1975, è tra i fondatori di Legambiente e presidente di Greepeace Italia dal 2005 al 2007.

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Videointervista di Gabriele Giunchi

Nato a Forli nel 1950, figlio di un operaio della fabbrica Orsi Mangelli licenziato per motivi politici, abbandona a 16 anni la scuola ed inizia a lavorare prima come dipendente del mobilificio Tosoni e poi in proprio e saltuariamente. 
Dopo aver partecipato sporadicamente come studente/lavoratore ad alcuni eventi del '68 forlivese, si unisce nel 1970 a Lotta Continua. Per circa un anno svolge militanza di partito, trascorrendo anche un breve periodo a Napoli. Richiamato alle armi, diviene l'animatore di gruppi di Proletari in Divisa in diverse caserme, da Imperia a Bologna e da Montorio Veronese a Novi Ligure. 
Accusato di "insubordinazione" e "attività sediziosa",  trascorre un primo periodo di detenzione nel carcere di Peschiera del Garda. Rilasciato con sospensione condizionale della pena, viene arrestato nuovamente e detenuto per due mesi nell'estate 1972.
Da allora fino al 1975 svolge l'incarico di responsabile regionale e dirigente nazionale dei Proletari in Divisa, coordinando diverse iniziative in svariate città dell'Emilia Romagna. Fra il 1975 e il 1976 è l'ultimo segretario della Federazione bolognese di Lotta Continua. In seguito partecipa al movimento del '77 e svolge, per circa un biennio, l'incarico di corrispondente del quotidiano "Lotta Continua".
Nel corso degli anni '80 è animatore dell'esperienza culturale-ricreativa bolognese del "Circolo degli Occhi dolci" e viene candidato alle elezioni politiche del 1987 per la lista dei Verdi, senza risultare eletto.
Negli ultimi anni, mentre lavora come custode e bigliettaio del Museo archeologico di Bologna, si occupa di scuola, svolgendo ripetutamente gli incarichi di rappresentante di istituto, presidente del consiglio di istituto e Presidenti di associazioni di genitori.
È venuto a mancare nel luglio 2018, in un tragico incidente durante una escursione in montagna  

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Videointervista di Massimo Giuffredi

Massimo Giuffredi, detto “Paco”, è nato a Parma nel 1942 da una famiglia della media borghesia laica. Dopo aver frequentato il Liceo classico “Gian Domenico Romagnosi”, si iscrive alla facoltà di Lettere di Bologna. Partecipa ai movimenti studenteschi e giovanili parmigiani del 1968-69. Iscritto al Pci nel 1967, ne esce alla fine del 1970 per fondare il gruppo locale del Manifesto, seguendone le varie vicende politiche fino alla fondazione del Pdup-pc nel 1976.

Laureatosi nel 1970, inizia l’attività di insegnante di Materie letterarie in alcune scuole medie di San Secondo e Parma. Nel 1976 viene arrestato con ad altri militanti dell’estrema sinistra per fatti legati alla “violenza politica” e passa alcune settimane in carcere. Per questa ragione perde il lavoro da insegnante per essere reintegrato dopo alcuni anni.
Quando nel 1984 il Pdup-pc confluisce nel Pci, si allontana dalla politica attiva, dedicandosi alla ricerca storica in collaborazione con l’Istituto storico della Resistenza di Parma, del quale è stato per due anni direttore (2002-2004). Attualmente pensionato continua il suo lavoro di riflessione storiografica con il Centro studi movimenti.

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