Amedeo Cicotti, psichiatra, è nato a Bologna nel 1943. Dopo aver conseguito la laurea e la specializzazione presso l’Università felsinea, nel 1972 si trasferisce a Ferrara, chiamato da Antonio Slavich, amico e collega di Franco Basaglia, per intraprendere la battaglia per la riforma democratica della psichiatria anche nella città estense. Nel 1978 Cicotti diviene direttore del Centro di Salute Mentale di Ferrara. Oggi lavora ancora privatamente come medico psichiatra.
Data creazione: 13.12.2017
Luogo produzione/origine: Ferrara – Italia
Soggetto produttore / provenienza: Istituto per la Storia e le Memorie del '900 Parri – Emilia-Romagna
Compilazione: Maria Irene Venturi – 25.01.2018
Consistenza, supporto e formato: Schede SD, Full HD
Durata: 59'
Stato di conservazione
- Video: Buono
- Audio: Buono
Descrizione ambiti e contenuto
Videointervista ad Amedeo Ciccotti effettuata il giorno 13.12.2017 presso l'Istituto di Storia Contemporanea in vicolo Santo Spirito 11 a Ferrara
Note alla descrizione
Riprese effettuate con una telecamera fissa sull’intervistato
Sommario
L'intervistato descrive:
- 00:00 è psichiatra, lavora a Ferrara dagli anni ’70; svolge gli studi presso facoltà di Medicina a Bologna e poi si trasferisce a Ferrara
- 00:30 specificità e storia della psichiatria ferrarese: apertura manicomio a Ferrara risale a seconda metà ’800 a direzione di Clodomiro Bonfigli, ricoveri soprattutto di malati di pellagra nel periodo del 1° grande internamento; diatriba Bonfigli vs Lombroso su malati di pellagra
- 05:35 2° grande internamento avviene durante Prima guerra mondiale in concomitanza con infezione febbre spagnola (encefalite letargica); Seconda guerra mondiale riempie i manicomi di bisognosi, bambini abbandonati e poveri; manicomio di Ferrara costretto a traslocare da sede centrale a ex-convento S.Bartolo e ospitava circa mille ricoverati organizzati in forma economica di villaggio, al cui interno si producevano beni alimentari e si realizzava mercato contadino e di bestiame
- 08:40 su controversa figura di Gaetano Boschi, direttore del manicomio negli anni ’30; su condizioni precarie dei pazienti psichiatrici e stato delle strutture
- 12:20 ventennio fascista acuisce arretratezza culturale in campo psichiatrico in Italia, ad es. prima traduzione opera completa Freud arriva anni ’60; legge su manicomi del 1904 vige fino a 1977, uso del presidio legislativo come lotta a brigantaggio, prostituzione, povertà, devianza politica etc.
- 14:25 nel dopoguerra penetrano anche in Italia echi di esperienze internazionali in ambito psichiatrico (Inghilterra, Germania, Francia) e si impone figura di Franco Basaglia, direttore ospedale psichiatrico Gorizia
- 15:45 su figura di Basaglia e sue ricerche; nasce rete nazionale di psichiatri legati a Basaglia quali Giovanni Jervis, Agostino Pirella, Domenico Casagrande; si sperimentano terapie di gruppo con pazienti a Gorizia, frequenti contatti con studiosi e psichiatri francesi e con movimento studentesco italiano; ospedale di Gorizia viene occupato e diversi studenti di medicina accorrono interessati a ricerche Basaglia; trascorre Capodanno ’68 presso ospedale occupato di Gorizia
- 20:00 in seguito a divergenze con ospedale Gorizia, Basaglia accetta direzione ospedale psichiatrico di Parma dove si trasferisce; accoglienza calorosa nell’Emilia anni ’70, che viene ‘contagiata’ da Basaglia e suoi collaboratori come Giovanni Jervis a Reggio Emila, Antonio Slavich a Ferrara, Andrea Venturini a Ravenna; si trasferisce a Ferrara nel ’72 iniziando collaborazione con Slavich
- 22:20 su esperienza viaggio a Gorizia assieme a studenti francesi e italiani di sinistra; sulla diffusione delle idee di Basaglia; tentativo fallito di occupazione manicomio bolognese; su trasferimento a Ferrara e rapporti con Slavich; esperienza dei primi ambulatori psichiatrici decentrati sul territorio e amministrazione dell’ospedale
- 26:40 su figura di assessora Carmen Capatti e suo programma per servizi sociali e minori; tentativo di svuotare istituti polesani per minori psichiatrici e aprire gruppi in appartamenti; su processo di deistituzionalizzazione; inizio anni ’70 manifestazioni per sensibilizzare sul tema e assemblee aperte dentro ex-manicomio; sulla malattia mentale e rapporto con libertà; contatto con studenti francesi e artisti; appoggio amministrazione provinciale si traduce in concessione di spazi; svolge ruolo di consigliere comunale a Ferrara
- 34:00 spazi ospedalieri liberati a seguito delle dimissioni vengono usati per laboratori creativi, atelier e studi d’artista; fratello di Basaglia arriva a Ferrara con opera ‘Marco Cavallo’, si organizzano feste in maschera, ospitalità a gruppi sudamericani, spettacoli musicali e teatrali
- 36:45 potenziamento di strutture intermedie come comunità protette, centri diurni, gruppi appartamenti per minori
- 38:05 sulla riforma psichiatrica nata nel ’77, divenuta legge 180 nel ’78 e sue carenze; considerazioni a posteriori su quella stagione di trasformazioni; su Psichiatria Democratica e rapporto con mondo accademico
- 41:25 esiti aziendalizzazione sanità durante anni ’90 e separazione servizi sociali da servizi sanitari; involuzione dei servizi psichiatrici pubblici in seguito a tagli al settore; interrompe lavoro in sanità pubblica e si dedica a libera professione aprendo proprio studio
- 47:00 considerazioni a posteriori sul ’68: orgoglio per proprio contributo al periodo e adesione autentica a slogan quali ‘l’utopia al potere’, ‘la libertà è la cura’; delusione per evoluzione sistema sanitario e psichiatrico
- 51:30 ricordo di Basaglia e aneddoti riguardo riunioni con lui
- 54:12 su figura di Franca Ongaro Basaglia
- 55:20 su figura di Giovanni Jervis e contrasti tra Jervis e Basaglia
Supervisore/curatore: Vito Contento
Intervistatore: Gisella Gaspari, Pietro Pinna
Operatore: Gisella Gaspari