Alla fine degli anni Sessanta, con quasi 2000 operai – per la maggior parte donne –, la Ducati elettronica è lo stabilimento industriale bolognese col maggior numero di lavoratori. Tra maggio e giugno 1967 è teatro di una serie di scioperi per il premio di produzione, la contrattazione dei cottimi, le qualifiche e il diritto di assemblea. Le vertenze proseguono negli anni seguenti, con scioperi e manifestazioni, soprattutto nella primavera del 1968 e in quella del 1969. Un elemento importante delle vertenze è la questione della salute in fabbrica: gli stabilimenti di Borgo Panigale, dopo trent'anni dall'inaugurazione, sono ormai antiquati, privi di spazi sufficienti, senza aspiratori e senza nessuna forma di protezione dei lavoratori dalle produzioni nocive. Un altro aspetto importante delle vertenze sono le forme di lotta adottate: scioperi a gatto selvaggio, con brevi fermate del lavoro, e picchetti a volte caricati dalla polizia, come avviene l’8 maggio 1969, quando è arrestato il sindacalista Giuliano Cazzola. Alla Ducati Elettronica è presente il collettivo operai-studenti (poi collettivo operaio della Ducati), costituito da studenti e operai che fanno riferimento ai gruppi di estrema sinistra che stanno nascendo, in particolare Potere Operaio. Questo collettivo ha inizialmente un rapporto di critica conflittuale col sindacato, per divenire poi di aperta contrapposizione. La Direzione dell'azienda cerca di creare divisione tra il sindacato e il collettivo licenziando alcuni operai membri del collettivo, che in effetti non potranno più rientrare in fabbrica.