Tag: Movimenti delle donne

Dall’inizio degli anni ‘60 gli Stati Uniti erano divenuti la culla di una elaborazione “neofemminista” distinta rispetto alle lotte di emancipazione precedenti. L’attivismo americano viene recepito in Europa in corrispondenza con la contestazione del ’68. Al tempo in Italia le donne sono ancora fortemente emarginate sia nella sfera privata sia in quella pubblica, nonostante esista una radicata tradizione di femminismo emancipazionista legato alla sinistra storica e all’UDI.

Una nuova tappa arriva con il ’68: benché restino escluse dai ruoli fondamentali e la loro partecipazione sia marginalizzata, le donne prendono parte in gran numero al Movimento.
Inoltre, la Contestazione anticipa i temi che verranno declinati al femminile negli anni seguenti: soggettività, ricerca di nuovi modelli di relazioni interpersonali, valenza politica della sfera privata.

Così, mentre il Movimento si esaurisce, nasce dalle sue ceneri una rete di collettivi femministi che sviluppano un approfondito lavoro di critica delle forme dell’oppressione femminile nella società capitalistica e del ruolo pubblico e privato delle donne. Al posto delle tradizionali istanze emancipazioniste, ora vengono elaborate le prime definizioni legate alle teorie della differenza sessuale. Altri temi acquisiscono una crescente centralità, dalla critica alla famiglia, vista come istituzione del dominio maschile, alla rivendicazione del diritto al controllo della propria sessualità.

Il protagonismo delle donne sulla scena pubblica intreccia battaglie sui diritti sociali e civili come il nuovo diritto di famiglia, il divorzio e la violenza sessuale. Ma più di ogni altra tematica, è la questione dell’aborto a divenire di cruciale importanza per l’evoluzione del movimento femminista. A partire dal 1975 l’azione di alcune componenti del movimento, spalleggiate dai radicali, porta alla raccolta di 750.000 firme per un referendum che abolisse la normativa che criminalizzava l’aborto.

Queste campagne aprono una nuova fase nella storia del femminismo: le attività dei piccoli gruppi di autocoscienza vengono affiancate da eventi nell’arena politica tradizionale. Infine, nel 1978, la legge 194 permetterà di superare la criminalizzazione dell’aborto.


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