La “Camiceria Pancaldi & B.” è una fabbrica tessile fondata nel 1948, che nel 1968 ha circa 400 dipendenti, quasi tutte donne. Al suo interno ha luogo una tra le vertenze più rilevanti del 1968, sia per la scelta dell’occupazione dello stabilimento come forma di lotta, sia per la lunghezza dell’occupazione: ben 46 giorni. Inoltre, nella vertenza ha molta importanza la tematica della salvaguardia della salute in fabbrica, argomento su quale c’è un coinvolgimento del movimento studentesco, che promuove la realizzazione di un’inchiesta sulla salute in fabbrica da parte di alcuni studenti di Medicina. Una prima vertenza c’era stata nel 1967, con uno sciopero di 17 giorni – dal 22 giugno all'8 luglio – conclusosi con la firma di un accordo sul premio di produzione, sulle qualifiche, sui tempi e un aumento di 25 lire orarie. L'agitazione prosegue nel '68 per chiedere la creazione di una mensa e soprattutto sulla questione della salute in fabbrica: le operaie chiedono infatti una ridefinizione dei ritmi, il miglioramento delle condizioni di lavoro e l'istituzione di un comitato di difesa della salute. Il 12 giugno 1968 inizia lo sciopero con picchettaggio per ottenere l'indennità di cottimo e l'indennità di mensa, il 20 giugno inizia l'occupazione dello stabilimento, a cui la Direzione dell'azienda risponde denunciando i sindacati per aver promosso lo sciopero e sospendendo dal lavoro 200 operaie. Il 9 agosto, dopo più di un mese di occupazione, è firmato l'accordo che riconosce: l’aumento dell’indennità di cottimo e sostitutiva di mensa, pause retribuite alla catena e allo stiro, la costruzione della mensa, il riassorbimento dell'intero organico, l’annullamento della denuncia per danni nei confronti del sindacato e la riduzione dell'orario.