La contestazione giovanile del ’68 coinvolge tutte le scuole superiori bolognesi, sia i licei sia gli istituti tecnici. La prima scuola a essere occupata è il Liceo scientifico “Enrico Fermi”, il 9 marzo 1968. Gli studenti contestano l’obsolescenza delle strutture e della didattica e rivendicano la partecipazione alla definizione dei programmi didattici. L’occupazione è sospesa il giorno successivo: gli studenti, riuniti in assemblea, decidono l’interruzione come gesto di apertura e di credito nei confronti di una commissione appena formata, costituita da professori e studenti, e incaricata di elaborare proposte di riforma. Gli studenti del Fermi, assieme a quelli delle altre scuole bolognesi, sono tra i primi a mobilitarsi contro l’autoritarismo e la riforma della scuola e della didattica. Il 31 gennaio 1967 promuovono, assieme agli studenti del Liceo “Righi” e dell’Istituto tecnico “Aldini – Valeriani”, una manifestazione cittadina degli studenti medi, che rende visibile alla città le mobilitazioni nelle scuole. Per quanto riguarda le lotte su questioni interne alla scuola, le mobilitazioni continuano nell’autunno 1968: il 5 dicembre è indetto uno sciopero contro la sospensione di due studenti, che coinvolge anche gli allievi delle altre scuole impegnati in una manifestazione cittadina per dimostrare la propria solidarietà. Il giorno successivo la scuola viene occupata, contro la repressione e per ottenere il riconoscimento dell’assemblea. Un’altra occupazione si svolge dal 10 al 12 novembre 1969. Gli studenti rivendicano la libertà di stampa all’interno della scuola e la disponibilità delle aule nel pomeriggio. L’occupazione è sgomberata dalla polizia, che arresta uno studente del “Fermi” e un universitario. Pochi giorni dopo sono sospesi sette studenti, a seguito dell’occupazione della scuola, mentre altrettanti sono sospesi per aver partecipato a un’assemblea illegale che si era tenuta per protestare contro gli arresti avvenuti in occasione dello sgombero.
Liceo scientifico “Enrico Fermi”
