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Uccisione di Mariano Lupo, Viale Tanara

Uccisione di Mariano Lupo, Viale Tanara

Appena diciannovenne, siciliano, Mariano Lupo giunge a Parma nei primi anni Settanta, insieme alla famiglia. Qui trova lavoro come manovale piastrellista e si avvicina a Lotta continua. Come in tante altre città, anche a Parma, in quel periodo, i militanti dell’estrema destra organizzano attentati a sedi delle forze democratiche e pestaggi contro i loro attivisti, tanto che in un rapporto del 3 agosto 1972 la Questura parla di un “vero e proprio piano di provocazione e intimidazione di chiaro stile fascista messo in atto […] da un gruppo di fanatici”. In quell’estate, Mario – così lo chiamavano gli amici – ha a che fare più volte con le aggressioni di alcuni di quei picchiatori e, per sicurezza, come altri "compagni", non si muove mai da solo. Tuttavia, la sera del 25 agosto, davanti al Cinema Roma, in viale Tanara, un gruppo di neofascisti, armati di coltelli, gli tende un agguato e lo uccide.

Due giorni dopo, un corteo della sinistra rivoluzionaria si dirige verso la sede del Msi di via Maestri e la devasta. Il 28 agosto, poi, si svolgono i funerali in forma pubblica. La camera ardente viene allestita nella sala del Consiglio comunale, dove alla salma di Lupo è reso omaggio da un continuo via vai di delegazioni politiche e gente comune. Dal Municipio, poi, prende le mosse un imponente e commosso corteo di decine di migliaia di persone che, attraverso le principali strade del centro, si sposta nel rione popolare dell’Oltretorrente e raggiunge piazza Guido Picelli. Qui, davanti a un’immensa folla, il vecchio senatore Giacomo Ferrari − già comandante delle brigate partigiane del Parmense e sindaco della città – commemora il giovane rivoluzionario come un “nuovo partigiano”, un nuovo martire della lotta antifascista.


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