Tra la fine degli anni Sessanta e i primi Settanta, militanti dell’estrema destra – aderenti o vicini alla federazione parmense del Movimento sociale italiano – mettono in atto una serie di aggressioni contro attivisti della sinistra e attentati a simboli della Resistenza e a sedi di organizzazioni democratiche. A queste provocazioni le forze democratiche della città rispondono con massicce manifestazioni di piazza. Spesso, poi, alla fine dei comizi, spezzoni di antifascisti – per lo più giovani dell’estrema sinistra ma anche attivisti del Pci – si dirigono alla sede missina di via Maestri e si scontrano con le forze dell’ordine che la presidiano. Il caso più eclatante si verifica tra il 22 e il 27 maggio 1971, dopo che una decina di picchiatori missini aveva gravemente bastonato due operai: per quattro notti consecutive le strade intorno alla federazione della fiamma tricolore sono teatro di incidenti, animati dai gruppi rivoluzionari e da militanti comunisti. La sede di via Maestri è definitivamente assaltata e devastata da un corteo della sinistra rivoluzionaria, il 27 agosto 1972, due giorni dopo l’assassinio di un giovanissimo militante di Lotta Continua, Mariano Lupo, da parte di un gruppo di neofascisti.