La mappatura degli archivi ha consentito di realizzare una prima e significativa ricognizione sulla consistenza, la qualità e le tipologie di fondi conservati in vari istituti sul Sessantotto e sugli attori collettivi che, a partire da quella data, si sono formati lungo la “stagione dei movimenti” nel territorio emiliano-romagnolo. L’attività di identificazione del patrimonio documentario riguarda gran parte dell’esistente ma intende anche offrire spunti e stimoli per ulteriori indagini.
Oltre alle raccolte documentarie che vengono definite “archivi di movimento” perché prodotte da persone che hanno partecipato direttamente a quella stagione, carte sui movimenti sono conservate in fondi di partito (i più rilevanti sono quelli del Partito comunista), sindacali, di associazioni, istituti, circoli politici e culturali nonché in alcuni Archivi di Stato periferici. Sono state censite anche alcune raccolte fotografiche.
La mappatura si è basata su una scheda di rilevazione che comprende il soggetto produttore, la consistenza, gli estremi cronologici, la storia archivistica, una descrizione del contenuto e una serie di descrittori.