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Cattedrale di Parma

Cattedrale di Parma

Il 14 settembre 1968, giovani del dissenso cattolico – che da qualche anno avevano iniziato una riflessione sulla comunità cristiana e sugli indirizzi di fondo della Chiesa – occupano la Cattedrale di Parma. Dopo aver assistito alla messa pomeridiana, si dispongono in cerchio per discutere delle sacre scritture, rifiutandosi di uscire. Poche ore dopo, su invito del vescovo, interviene la polizia che li trascina fuori. La protesta ha grande eco in tutta Italia e anche Paolo VI la condanna duramente. Motivo scatenante era stato l’allontanamento da Parma di don Pino Setti, parroco della parrocchia di Santa Maria della Pace. Intorno a lui, infatti, si era raccolto un folto gruppo di giovani che, nel generale clima di rinnovamento della Chiesa successivo al Concilio Vaticano II, aveva redatto ciclostilati critici verso le gerarchie ecclesiastiche e organizzato iniziative dirompenti, come una messa beat, nel maggio 1967, con la musica dal vivo del complesso "I Corvi" o, nel novembre, la partecipazione alla Marcia della pace di Danilo Dolci, in contrasto con l’esplicito divieto della Curia. Più volte ammonito dal vescovo, il giovane sacerdote era così stato allontanato dalla sua comunità parrocchiale e inviato in una sperduta chiesa sull’Appennino Parmense. Non molto tempo dopo, il gruppo si scioglie ma altre comunità di base − come il Gruppo ecclesiale ecumenico − continuano il loro percorso di impegno per una riforma della Chiesa.


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