Così recita uno dei tanti slogan scanditi nelle piazze e sui manifesti dai giovani delle città di mezzo mondo nel maggio 1968. La società si scopre lentamente globale e se ancora comunica attraverso pesanti apparecchi telefonici e si informa esclusivamente attraverso la voce istituzionale della televisione e della carta stampata, vive una stagione di grande sintonia diffusa. Dall'Europa agli Stati Uniti, dal Sudamerica al Giappone una serie di intensi conflitti attraversa la società e, a partire dal mondo giovanile, mobilita una molteplicità di attori che esprimono in vario modo una richiesta di partecipazione e di allargamento degli spazi di democrazia, rivendicano diritti, criticano le strutture politiche e sociali dominanti, si affermano come soggettività autonome.
Topos culturale, il '68 e le sue diverse rappresentazioni/interpretazioni costituisce da sempre un terreno di confronto per le stagioni culturali e politiche che si sono succedute. Spesso ricostruita a partire dagli avvenimenti delle grandi città, la stagione dei movimenti di fine anni Sessanta è tuttavia maturata anche nelle università, nelle scuole, nelle fabbriche, nelle istituzioni locali e, in generale, nella cultura e nella mentalità della provincia italiana. Il Sessantotto lungo la Via Emilia è un progetto di ricerca che cerca di analizzare continuità e divergenze fra il centro e la periferia studiando il movimento studentesco (tanto quello universitario quanto quello degli scuole superiori) e le altre principali forme di contestazione, ma anche cercando di cogliere i riflessi di quelle lotte nelle vite quotidiane delle realtà di provincia. Persone, immagini e luoghi ed eventi di una stagione ambiziosa, antiautoritaria e utopista che, in forme diverse, ha cambiato il linguaggio e le prospettive dell'agire politico.
Una mappa interattiva in cui sono geolocalizzati i luoghi più significativi del periodo.
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