Lo stabilimento “Arrigoni”, fondato nel 1927 dall’ingegnere triestino Giorgio Sanguinetti (che acquista il Consorzio Industrie Agrarie), sorge nell’area di fronte alla stazione ferroviaria di Cesena e dagli anni Trenta è l’industria alimentare più importante della zona. Durante il Ventennio e la Resistenza è teatro di scioperi, azioni di sabotaggio e propaganda libertaria e molti operai sono perseguitati, mandati al confino o uccisi in seguito all’arresto. Nel dopoguerra la produzione entra in crisi, cominciano i licenziamenti e, con essi, le grandi mobilitazioni operaie: già nel 1951 la fabbrica viene occupata dagli operai e viene dato alle stampe un giornale dal titolo: «L’Arrigoni è Cesena – Cesena è l’Arrigoni». Tra il 1964 e il 1967 lo stabilimento viene spostato nella zona industriale di Pievesestina ma i licenziamenti non si fermano. Nella primavera del 1966, per impedire nuovi licenziamenti, è proclamato uno sciopero generale e l’azienda viene presidiata dagli operai per 57 giorni consecutivi: gli scioperanti ottengono la solidarietà e il sostegno di tutta la città. Nel 1969 si verifica un nuovo grande sciopero generale per difendere la fabbrica, gli studenti cesenati partecipano alla mobilitazione e ai cortei cittadini.